mercoledì 19 febbraio 2014

ZONA PORTO E SPIAGGIA LIBERA (RN) - Idee per rastrelliere


La zona del porto è molto frequentata sia dai cittadini che dai turisti.
Anche in inverno, seppur prevalentemente di passaggio, sono molte le biciclette che arrivano in questa zona.


In piena estate nei giorni di festa, parcheggiate sul limitare della spiaggia libera (zona viola) si contano dalle 450 alle 500 biciclette. Se si comprende anche la zona blu il numero sale rapidamente a 600 e oltre.


domenica 2 febbraio 2014

Canaline Scale per Biciclette


Le canaline (o "binari") per trasportare la bicicletta lungo le scale sono una soluzione veloce ed economica da utilizzare dove non è possibile realizzare un apposito scivolo.

Particolarmente utili nei luoghi come le stazioni ferroviarie, dove le scale sono il primo ostacolo che il ciclista incontra.


lunedì 6 gennaio 2014

Rimini ricicla e pedala sicura - Proposta presentata al Comune di Rimini

L' associazione Pedalando & Camminando FIAB Rimini ha presentato (dicembre 2013) al comune di Rimini la seguente proposta riguardante le rastrelliere.

La proposta è stata chiamata "Rimini ricicla e pedala sicura".
Ricicla perchè la proposta si basa sul ri-utilizzo dei pali della segnaletica stradale.
Sicura perchè si tengono in considerazione fattori che permettono di legare/assicurare in modo giusto la bicicletta alla rastrelliera. in modo da proteggerla da furti e danni causati dalle tipiche rastrelliere basse.

giovedì 28 novembre 2013

Ciclo Rastrelliere Estreme

Cambiamenti
L'automobile è forse uno tra gli oggetti che più ha influenzato la nostra società dal 1910 fino ai giorni nostri.
A partire dal cambiamento del lavoro (grandi fabbriche,catena di montaggio), alla rete stradale, alla scoperta del paese, le vacanze/turismo a tanti altri aspetti della vita, fino al cambiamento delle abitazioni private e di intere città.
Dopo il 1900, molti paesi puntaro sull'automobile come principale bene di consumo. In particolare le dittature fasciste pensavano che lo sviluppo dei beni di consumo portasse alla piena occupazione e alla stabilità della base. In Europa, Hitler fece grandi sforzi per creare una grande rete stradale e per fare si che ogni persona potesse possedere una automobile, Nasceva il Volkswagen Maggiolino, l'auto "del popolo" e doveva costare molto poco.
In Italia, dopo la seconda guerra mondiale, il boom economico e il parziale smantellamento dell'industria di guerra furono i principali fattori che diedero inizio alla grandissima diffusione dell'automobile.
Le grandi fabbriche di automobili del nord richiamavano tantissimi lavoratori da tutta Italia; il nuovo lavoro in fabbrica era preferito ai lavori più "vecchi" che venivano abbandonati
L'auto diventava una "status symbol", possederne una era il primo obbiettivo da raggiungere nella vita, e con l'auto cambiavano le abitudini e gli usi della gente. In breve tempo la società si trasforma e anche le nostre città e le nostre strade si trasformano. L'automobile, seppure molto costosa da comprare e mantenere, presto diventa un oggetto che ogni persona in grado di guidare doveva possedere, viene considerato il principale simbolo di benessere e un oggetto che ci "caratterizza e distingue"
Intanto si fanno grandi sforzi e si utilizzano nuove tecnologie e nuove leggi per diminuire l'altissimo numero di morti causati da incidenti stradali e per aumentare la portata della sempre più congestionata rete stradale. Più tardi incominciano anche i tentativi di diminuire i consumi di carburante e l'utilizzo di carburanti che inquinino meno.
Le nostre città, spesso molto antiche, non riescono a cambiare per adattarsi alle automobili; il traffico e i parcheggi diventano un problema.
Le risorse petrolifere diventano così importanti da creare diverse guerre.
L'inquinamento causato dalle automobili (dalla produzione, al semplice consumo di carburante, allo smaltimento) diventa un grave problema.
 
Inizio di un nuovo cambiamento?
Da bambino con la scuola si andava in gita a Torino a vedere il grande stabilimento "Fabbrica Italiana Automobili Torino"; veniva mostrata come il nostro luminoso futuro.
Oggi, che la disoccupazione e il lavoro sono dei punti critici a causa della crisi nel settore, i grandi stabilimenti di produzione automobili chiudono e coinvolgono un numero altissimo di lavoratori. In Italia stanno sparendo le fabbriche di automobili.
Io ho posseduto l'automobile solo in questi ultimi anni, cioè quelli in qui ci si trovava dentro ai problemi di qui sopra, e mi chiedevo come mai nessuno, prima di concentrare tutte le forze nella produzione e distribuzione di automobili, non avesse pensato alle conseguenze. Non mi sembravano così difficili da prevedere.
Nel 2002 ho ricominciato a usare la bicicletta che, da quando avevo quattordici anni e un motorino, non avevo più toccato. Ho incominciato a usarla sempre più spesso e sempre in più circostanze. Questa cosa per la gente era molto bizzarra, completamente fuori dal normale, quasi ci fosse qualche cosa di strano sotto.
Cera molta diffidenza verso uno che usava la bicicletta, soprattutto sul lavoro, dove la voce "auto munito" era sempre presente e importante, anche se non ti dovevi mai spostare per nessun motivo dal luogo del lavoro.
Un giorno a degli amici, confessai l'idea che avevo in testa da un po' di tempo: di abbandonare definitivamente l'automobile (che ne frattempo era diventata solo una spesa e un ingombro , perché la maggior parte del tempo rimaneva ferma in garage) e che avrei chiesto a mia madre, nelle necessità, di dividere la sua con me.  La loro disapprovazione a questa mia decisione era incredibile; non mi aspettavo una reazione simile, cercarono in tutti i modi di farmi cambiare idea. Immaginavano che la mia vita sarebbe stata completamente rovinata, che avrei perso tutti gli amici e che non avrei potuto rifare tutte le cose che avevo fatto fino a quel momento senza un’automobile.
I mie genitori fecero di tutto per impedirmi di andare in bicicletta e di farmi utilizzare il più possibile la macchina.
Oggi mi accorgo che molto lentamente le cose sono cambiate. La gente e in particolare i giovani, incominciano a spostarsi sempre di più in bicicletta, e spostarsi in bicicletta diventa sempre più una cosa normale.
Anche i miei genitori e gli amici hanno ricominciato a usare la bicicletta.
Alcuni fattori che hanno dato una spinta a questo cambiamento nei giovani penso siano stati:
I cambiamenti nel codice della strada; come la patente a punti, il limite alcolemico più basso, l'utilizzo di etilometri dalle forze dell'ordine, l'aumento delle sanzioni per guida in stato di ubriachezza;
L'aumento dei costi della benzina e la diminuzione dei soldi disponibili;
La recente moda della bicicletta come accessorio o status symbol e la moda dell’ecologia, importate da altri paesi.
La scomodità dell'automobile negli spostamenti brevi
Oltre che visibili sotto i nostri occhi, questi cambiamenti sembrano confermati da alcuni recenti dati, come:
Il famoso "sorpasso" nel 2011 quando la produzione di biciclette ha superato quella delle automobili.
L'aumento di vendite e fatturato su tutti i prodotti riguardanti il ciclismo
I dati delle forze dell'ordine sui furti di bicicletta
Anche da noi si sta diffondendo una tendenza nata in America, dove i giovani hanno abbandonato l'automobile come "status symbol" e "oggetto assolutamente necessario", sostituendola con gli smartphone.
A livello nazionale, la presenza di biciclette nelle pubblicità, nelle immagini commerciali, nelle notizie, aumenta sempre più, al punto da sembrare che in passato fosse stata una cosa un po' vergognosa e da tenere nascosta.
Aumenta la stampa specializzata, aumentano gli sforzi da parte di enti e associazioni per iniziare a promuovere e favorire l'uso della bicicletta, le città cercano di attrezzarsi per avere una rete di piste ciclabili.
Non si guarda più al modello americano, ma si guarda alle città del nord Europa con la loro altissima qualità della vita e dove ai nostri occhi risalta la grande diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto.
A Rimini, nella mia città, quasi ogni giorno qualche amico mi dice che cerca una bicicletta, che gli serve, o che ne ha comprata una nuova con tutti i particolari e lo stile del caso. Sono le stesse persone che fino a qualche anno fa, si sarebbero vergognate anche solo andare al bar sotto casa con la bicicletta e che guardavano male o deridevano quelli che la usavano.

QUINDI?
Sta avvenendo un cambiamento? la gente incomincia a spostarsi di più in bici e meno in auto?
E se si, di quale portata è questo cambiamento e quanto durerà?
Quali saranno i problemi "presenti" e "futuri" che saltano fuori?
Alle prime due domande non so rispondere e probabilmente neppure alla terza, ma girando in bici e a piedi per Rimini, posso vedere alcuni problemi, nati negli ultimi anni, causati da questo "aumento di gente che usa la bicicletta".
Apro una parentesi: lasciamo da parte il discorso "piste ciclabili" e tutto quello che riguarda la viabilità delle bici in generale, perchè.. Si.. è vero! sicuramente sono importantissime!, ma non è solo facendo le ciclabili che spingi la gente a utilizzare la bicicletta e sopratutto a farlo con sicurezza e comodità.
E' stupido misurare quanto una città sia "bike friendly" in base ai km di pista ciclabile. Sono altri i fattori che le determinano. Ok, chiudo la parentesi.
Alcuni problemi che ho notato, per esempio, sono:
Il degrado urbano e l'intralcio a pedoni, disabili, automobilisti, ciclisti causato dalle biciclette legate ormai ovunque, cancelli, ringhiere pali di ogni tipo, alberi, contro le siepi, dentro le rotonde, dentro i locali, a spiaggia, sulle scogliere ecc.. ecc... “Tanto la bici è leggera e la puoi portare ovunque, la multa non te la fanno, senza targa non si risale al proprietario e la lascio dove mi pare.”
“Con la bicicletta è possibile circolare senza dover rispettare NESSUNA legge. Tanto chi mi dice nulla?”
La maggior parte della gente non è capace a circolare in sicurezza con una bicicletta, non conosce i comportamenti da seguire. Come mantenere in efficienza il mezzo, evitare di farselo rubare facilmente, semplificare le cose agli altri utenti della strada, e spesso si sposta in bici con la mentalità di uno che si sposta in macchina, per esempio si spostano usando circonvalazioni e statali invece che stradine secondarie.
C'è un po' di "far west" forse come quando iniziavano a circolare le prime automobili, e forse la bicicletta in futuro rischia di perdere la sua essenza di libertà se sarà necessario ricoprirla di leggi e targhe e fogli di carta vari.
Incominciamo a essere disciplinati a non dare fastidio e a diminuire i furti.
Avere delle buone rastrelliere può aiutare a limitare i furti di bici e a mantenere più belle e vivibili per pedoni e disabili le nostre città.